Poter rispondere a questa domanda e sapersi comportare di conseguenza sarebbe il sogno di ogni store manager nel pdv. La tecnologia, soprattutto negli ultimi anni, ha aiutato il marketing a migliorarsi e lavorare per colpire i target in modo più efficace e diretto allo scopo: aumentare le vendite.
Il leader mondiale delle vendite online utilizza, non è un segreto, dei tools settati su dinamiche affini al concetto di Web Analytics per conoscere i comportamenti d’acquisto online della propria utenza.
Nello specifico si tratta di riuscire a farsi un’idea delle pagine più viste, quanto tempo ci permangono, e all’interno della pagina, quali sono le azioni che compiono. Come se le pagine dedicate agli acquisti fossero delle sorte di stanze reali nelle quali si possa guardare qual è il comportamento delle persone.
Non parliamo “solo” della sua età e delle sue preferenze sui generis, ma di come l’utenza interagisce con l’ambiente fisico circostante (esposizioni, scaffali, camerini ecc).
Nonché di cosa piace al pubblico in termini di prodotti sui quali si soffermano con più attenzione e sui quali invece non perdono un attimo di tempo.
Qualche tempo fa vi abbiamo raccontato i cambiamenti dello store fisico. Alla nostra storia aggiungiamo ora altri aiutanti.
Tra questi le heatmap del punto vendita fisico, le quali uniscono “hardware e software” del marketing per compiere una nuova missione.
Letteralmente “Mappe di calore” sono degli strumenti che inizialmente venivano utilizzati nel mondo della finanza. Il broker Cormac Kinney le idea negli anni ’90 per cercare di dare agli operatori di borsa uno strumento visuale in grado di raggruppare una grossa mole di dati.
Sotto questo profilo le Heatmap sono state col tempo utilizzate per leggere le performances dei siti. Con la nascita di strumenti quali la Hovermap, la Clickmap e la Scrollmap i programmatori sono in grado di avere un impatto visivo su quali sono le aree online del loro creato che ricevono una maggior concentrazione di click, possono tracciare lo scroll e via dicendo.
Di conseguenza sarà più facile capire dove inserire i prodotti in promozione o che si vuole spingere maggiormente. Sarà inoltre più automatico individuare dove inserire il materiale pop per indirizzare la pedonabilità nel pdv.
Studiando il tracciato d’interazione tra pubblico e ambiente circostante, chi si occupa dell’allestimento del negozio sa come investire sullo spazio per renderlo più funzionale e maggiormente ingaggiante per realizzare più vendite.
I retailer hanno così un nuovo potente strumento di monitoraggio interno a loro disposizione, che attraverso una rappresentazione grafica visual molto efficace è possibile comprendere l’efficacia dello store e/o evidenziare eventuali problemi di layout.
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